CENTRO DIURNO P.R.O.V.I.A.M.O.C.I.
PERCORSI DA REALIZZARE
a. Percorso di Recovery individuale
b. Percorso di Auto Mutuo Aiuto
c. Percorso di Socializzazione
PRESTAZIONI DA GARANTIRE NEI PERCORSI
- Accoglienza e primo ascolto (8 ore al giorno, 6 giorni la settimana)
per tutti gli utenti dell’Unità Funzionale Salute Mentale
Adulti che si propongono autonomamente o che sono inviati dalla UFSMA
per specifici programmi concordati. Tutte le attività devono
essere attuate mediante l’utilizzo di utenti ed ex utenti per
almeno il 75%;
- Corsi di formazione per il mutuo aiuto in salute mentale e per la
formazione degli utenti intervistatori nel campo della ricerca di valutazione
di processo e di esito; collaborare nell’organizzazione di corsi
di formazione dell’UFSMA rivolti ad aumentare le competenze degli
utenti e dei volontari nelle attività di facilitazione sociale;
- Attività di valutazione di processo e di esito all’interno
dei percorsi stabiliti dalla UFSMA;
- Accompagnamento per gli utenti segnalati dai CSM;
- Socializzazione durante la settimana ed il week end;
- Training per la Vita Indipendente;
- Gruppi per attività sportive
- Servizio di prestito dei libri presso alcuni reparti del PO di Livorno.
- Tirocinio lavorativo
- Riunioni, convegni, conferenze a livello locale, regionale e nazionale,
al fine di rendere attiva una rete di salute mentale e la buona connessione
di questa con le altre reti comunitarie;
- provvedere all’input ed out put dei dati per il Sistema Informativo
di tutte le azioni connesse con convenzioni con la USL 6;
- Collegamento per il mantenimento dei rapporti con i partner italiani
ed europei;
PROBLEMI RILEVANTI INTERNI - OBIETTIVI SPECIFICI - RISULTATI ATTESI:
La recovery è un processo lungo, complesso, non lineare di cambiamento
soggettivo, in cui si verifica una crescita oltre la malattia. Si tratta
di un’esperienza umana universale che si realizza talvolta grazie
al solo supporto ricevuto dalle proprie reti naturali. I resoconti dei
pazienti che hanno scritto intorno a questa loro esperienza tendono
a enfatizzare il fatto che siano gli utenti stessi a decidere di riprendersi
e di riuscirci soprattutto grazie ad un circolo virtuoso alimentato
da esperienze continue di supporto e di fiducia. Anche se è opinione
condivisa che a lungo andare la Recovery finisca per incidere anche
sulla durata e frequenza dei sintomi, essa non è contraddetta
dal verificarsi di episodi di riacutizzazione in quanto l’essere
guariti non è posto in contraddizione con l’essere stati
malati.
Uno dei significati più profondi della recovery, secondo l’esperienza
degli utenti in via di guarigione, è quello di comportare un
processo continuo di scoperta, crescita e cambiamento, allo stesso tempo
unico ed irripetibile per ogni persona. Spesso la sensazione riferita
è che “il peggio e’ passato”. Per questo spesso
essi si riferiscono ad essa come un’attitudine, un modo di vivere
in cui si riguadagna fiducia in sé sviluppando aspettative positive.
Secondo alcuni ricercatori gli elementi decisivi della recovery oltre
alle aspettative positive sarebbero: l’autoaffidamento, l’autoprotezione,
l’informazione, il supporto. Centrali sarebbero i processi di
riorganizzazione del senso di sé: stima di sé, efficacia
personale e luogo interno di controllo (internal locus of control).
Le fasi della recovery: L’utente si sente schiacciato dalla modalità
di gestione che subisce, comincia a lottare contro la disabilità
e costruisce relazioni con gli altri, accetta di convivere con la disabilità
ed incomincia a valorizzare elementi della propria esperienza, sperimenta
una vita autentica, oltre la malattia. Secondo altri le fasi sarebbero
descrivibili come: Fase dello shock, del diniego, della depressione/disperazione/lutto,
della rabbia, dell’accettazione/recupero, del coping, dell’empowerment.
Al di là della provenienza delle riflessioni (Ricercatori o Ex
utenti) i fattori comuni a tutti i processi di recovery sarebbero: la
ripresa delle aspettative sul futuro, il superamento della negazione
ed l’accettazione della nuova condizione, il coinvolgimento e
la partecipazione, l’atteggiamento attivo, il rivendicare un senso
di sé positivo che implica il supporto e la partnership.
Le dimensioni del processo di recovery vede il coinvolgimento di Fattori
sia interni che esterni. Tra i primi: la consapevolezza dei costi della
malattia, il riconoscimento dei bisogni di cambiamento, lo sviluppo
della decisione di guarire, la capacità di affidarsi a se stessi
e agli altri, attivazione di efficaci strategie di coping verso i sintomi,
le ricadute e le barriere. Tra i fattori esterni: l’Interdipendenza
con gli altri (famiglia, amici, reti), l’empowerment personale
e con la comunità.
Un campo interessante è rappresentato dalla Participatory action
research. Le dimensioni attivate dalle azioni di valutazione della Participatory
action research: la fiducia in se stessi e le aspettative positive,
la capacità di chiedere ed ottenere aiuto, di porsi e raggiungere
obiettivi, di realizzare connessioni con gli altri, di non essere dominati
dai sintomi.
Indicatori di guarigione segnalati dagli utenti: la formulazione di
progetti di vita, la fiducia nelle proprie capacità di iniziativa,
l’organizzazione piacevole del tempo libero, l’armonia con
l’ambiente, la sensazione di benessere vitale, la stima di se
stessi, la percezione del futuro, lo svolgimento di un ruolo lavorativo,
la realizzazione di relazioni significative.
Indicatori di guarigione segnalati dalla scuola di Boston: l’acquisizione
di un ruolo valido, la sperimentazione di successo e soddisfazione in
tale ruolo, la riduzione e/o controllo dei sintomi, l’aumento
del senso di autoefficacia, l’aumento del senso di benessere individuale,
l’aumento del numero e qualità delle connessioni, il miglioramento
della salute fisica, la riduzione dello stigma interno.
Fattori che influiscono: le risorse materiali di base, l’interezza
e il senso di essere una persona, la speranza, la possibilità
di compiere scelte, l’indipendenza, le relazioni sociali, le attività
significative, il supporto dei pari, il personale dei servizi, il sistema
dei servizi
1 – Le risorse materiali di base: un reddito adeguato, l’accessibilità
ai trasporti, la consapevolezza di fruire di diritti, la possibilità
di utilizzare mezzi di comunicazione, le risorse offerte dalle reti
sociali
2 – L’interezza di sé e percezione di essere una
persona: i convincimenti ed attitudini positive, il senso di poter contare
su di sé, assunzione di responsabilità, la possibilità
di avere informazioni sulla disabilità, l’autodeterminazione
e difesa dei diritti, l’attenzione alla propria salute, la percezione
di persona intera e completa.
3 – La speranza, significato esistenziale e prospettiva: lo sviluppo
di significato esistenziale, la motivazione a stabilire obiettivi, la
fruizione di servizi personalizzati, le aspettative positive e realistiche
dello staff, i modelli positivi nella rete, la valorizzazione delle
risorse personali, la reiterazione delle esperienze positive, l’informazioni
sulla comunità e sulla ripresa
4 – La possibilità di compiere scelta: la possibilità
di opzioni individuali, la gamma di opzioni per il soddisfacimento bisogni,
l’autodeterminazione, la capacità di compiere scelte informate,
la presenza di supporti
5 – L’autonomia: l’attribuzione di importanza all’esperienza
degli utenti, l’autodeterminazione, le reazioni caratterizzate
da partnership, la presenza di fonti di sostentamento non istituzionali,
il riconoscimento dei propri diritti e dell’unicità della
propria persona
6 – Le relazioni sociali: le reti sociali estese, l’esistenza
di almeno un legame significativo, il supporto reciproco familiare,
le capacità comunicative, le attività significative, la
possibilità di scelta tra diverse opportunità lavorative,
programmi mirati all’assunzione sociale di ruolo, il rispetto
per le preferenze dell’utente, il rispetto e non carità,
le facilitazioni negli ambienti sociali
8 – Il supporto dei pari: i modelli diversi di supporto gruppale,
l’identificazione con modelli positivi, i servizi gestiti da utenti,
gli utenti inseriti come operatori nell’interno dei servizi
9 – il sistema dei servizi: le organizzazioni culturali, i bisogni
degli utenti al centro, l’incoraggiamento delle innovazioni ,
l’attenzione alla persona intera, la presenza di facilitazioni
“comprensive”, le opinioni degli utenti contano, la tolleranza
per la diversità, gli utenti inseriti ad ogni livello decisionale.
L’esistenza di programmi e servizi che cerchino di realizzare
pochi tso, la responsabilità sulle cure, la ospedalizzazione
come ultima ratio, un rapporto di partnership tra gli operatori e gli
utenti, l’integrazione con programmi individualizzati, programmi
informativi per utenti e loro familiari, interventi tempestivi e proattivi
10 – Il personale dei servizi : le relazioni caratterizzate da
continuità, disponibilità, comprensione, affidabilità,
onestà, apertura e convincimento della possibilità di
ripresa, l’ascolto, la credibilità, autenticità,
rispetto, supporto, interesse, responsività, umiltà. L’attenzione
alle differenze culturali, l’incoraggiamento all’autonomia
e all’empowerment, la formazione e aggiornamento continui, il
coinvolgimento degli utenti nei programmi formativi degli operatori
progettare
promuovere
co-progettare
con formazioni a.m.a.
Il centro, finora aperto con orario spezzato su 5 giorni la settimana
e localizzato al piano terra dell’ex istituto scolastico del cortile
del CSS di via del Mare, è parte della rete di servizi della
UFSMA e rappresenta una delle esperienze innovative che hanno permesso
alla nostra UF di divenire un punto di riferimento regionale e nazionale
sull’inserimento di utenti ed ex utenti nella progettazione e
gestione dei servizi di salute mentale.